Viviamo in un paese dove “ognuno” fa quel cavolo gli pare e dove le leggi non sono chiare; in un paese dove si amano gli estremismi, la demagogia oppure il “critica tutto”. Cercasi uno che è disposto a riflettere con me. Sono di una città che ha un triste primato: quella di aver usato per prima la RU486 andando fuori quella che è la normale prassi medico-legale. Correva l’anno 2005 quando il dott. Srebot si assunse la responsabilità di somministrarla (i dettagli). E pensare che al tempo, in Italia, la pillola era solamente in sperimentazione al Sant’Anna di Torino. Ora, purtroppo, ognuno può pensarla come vuole in un paese dove perfino il diritto sembra essere sempre meno oggettivo. Dopo circa un anno però in Italia venne lo stop a seguito di un’indagine della magistratura che rivelava violazioni dei protocolli.
La legge 194 del 1978 forse piace a pochi se perfino una come la Bonino la definisce una legge piena di contraddizioni e perfino passibile di incostituzionalità (intervista 1993); e del parere di incostituzionalità sembra essere la maggioranza dei docenti del nostro ateneo pisano.
Ora il neoletto Cota sa bene che ci siamo rotti il cazzo di questi sperimentatori liberticidi. Che la pillola RU486 sia uno dei più gravi inganni della donna incinta non sono in pochi a dirlo: “non è assolutamente indolore ma anzi, non si capisce ancora bene per quali meccanismi ha provocato la morte di decine di donne, lascia la donna ancora più la sola protagonista dell’aborto, non esclude comunque che si debba ricorrere anche al raschiamento e molte altre potremmo aggiungere”. Ovviamente c’è chi obietta. Per questo Cota si scaglia contro la RU486 e non contro l’aborto. Sa che avrebbe ricevuto molto bene consensi.
Nel nostro paese c’è una politica di sinistra, a volte anche moderata, che però non ha capito che appoggiare la libertà dell’eutanasia, della droga, del non controllo della clandestinità, del poco rispetto delle regole è una politica fallita che la gente non vuole più. All’estremismo antiproibizionista dei Radicali oggi va molto più di moda quello xenofobo della Lega Nord: botte al clandestino, carcere ai drogati, urla “governo ladro” (ma ora ci sono loro) e grida “musulmano di merda” noi siamo cristiani. Ma! Se questo è cristianesimo io non sono certo cristiano al modo loro.
Insomma ora che l’Aifa ha detto di sì, l’ospedale di Pontedera ne ordina 100 scatole (fonte Ansa). Del resto Pontedera è una delle città governate dalla sinistra dall’inizio della Repubblica. Mi aspetto che domani sui giornali quelli di destra inizino a dirgli: “imbecilli, bastardi, siete delle teste di cazzo… noi si che siamo cristiani!” Sigh! Cota che si scontra con Rossi: “noi le pillole le terremo in magazzino” (ma la stessa cattolicissima sottosegretaria Roccella deve ammettere che questa modalità non era prevista, seppure tecnicamente percorribile, si creerebbe un contenzioso fra Aifa e regione). Cota lo sa ma a lui interessa più che altro la pubblicità. Peccato che mentre noi siamo qui a farci le seghe mentali la RU486 è già da tempo venduta online (ma di questo per principio non vi do li link).
Insomma venendo alle conclusioni la RU486 è uno di quei campi molto utili a certa politica per far prevalere le loro posizioni estreme. Quelli che pensano difficilmente sono ascoltati o apprezzati (le percentuali parlano). Il problema di fondo più che la pillola è l’aborto. Insomma oggi ne sono chiari a tutti i drammi, le conseguenze. L’aborto è un’esperienza bruttissima che la società deve sempre più scongiurare. È legato alla banalizzazione del sesso. Ma nemmeno questa soddisfa. È una società che non sa fare più il “sesso” vero ma semplicemente “tromba”. Ora ha bisogno del Viagra, ora della “escort”, ora del sexy shop o dell’amante… è una società dove la pedofilia è in crescita, così i rapporti con i trans o comunque l’omosessualità. Si usa la cocaina per fare sesso, la pornografia ti si apre senza nemmeno cercarla e alla fine dopo aver tanto parlato di sesso a qualcuno non gli si rizza neppure più o finisce in tre ballini. E così si passa dal Viagra alla RU486. Ma è vita questa? Riflettiamo. La RU486 la vogliono i medici e certi politici. La vogliono i medici così se ne lavano le mani di quegli orrendi raschiamenti. La vogliono certi politici perché così l’aborto peserà meno economicamente sulle casse delle regioni. E in tutto questo la donna rimarrà sempre più sola nel suo dolore. Allora quando queste 100 scatole arriveranno vi prego di approfondire la questione oltre che nei Consultori anche insieme ai volontari dei Centri di aiuto alla vita. È troppo importante la tua vita per prenderla superficialmente.
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